Stiamo assistendo ai danni collaterali del Grillismo.
Dopo la scoperta del Berlusconismo (si pensava il problema fosse Berlusconi, invece no, non solo), dopo esserci concentrati su Grillo e il M5S, ecco che ne vediamo gli effetti collaterali.
C’è rabbia, malcontento, frustrazione, senzazione che il palazzo sia in un universo parallelo, incomunicabilità fra popolo e politici.
In Italia questa rabbia non è stata incanalata in movimenti più o meno strutturati, ma è stato Grillo a riuscire a sfruttare questa rabbia per i suoi fini offrendo letture semplici per la pancia e la testa delle persone. Letture che regalano falsi nemici, approssimano i problemi e alimentano contraddizioni. (vedi http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=12104, ne scrissi anche qui)
Questa lettura ora viene usata anche in occasioni diverse, extra M5S, forse perchè ora che i grillini sono entrati in parlamento un po’ di credibilità l’hanno persa; siamo in uno stato democratico e non puoi attaccare tutta la politica senza attaccare anche le istituzioni e quindi la democrazia.
I Grillini sono in parlamento e teoricamente dovrebbero averlo capito…i forconi precisamente non sappiamo se l’hanno capito o meno, ma a giudicare dai soggetti di estrema destra che si sono uniti tanto chiaro come concetto non lo è.
#Torino, l’adesione “spontanea” secondo i #Forconi. (Foto via @franco_zurletti) pic.twitter.com/FcNOSsJy0x
— Adil (@adilmauro) 10 Dicembre 2013
E quando le ragioni sono semplicistiche anche i metodi lo sono, serve a “serrare le fila“.
Dobbiamo guardarci da questa approssimazione dei temi, questi discorsi che fanno leva sulla pancia, dalle persone che credono di avere la soluzione in tasca. *
È un paese che ha dimenticato come pensare, imbambolato dal mercante della TV commerciale a partire dagli anni ’90 e dal troll dell’internet spazzatura da qualche anno a questa parte.
*È per questo che quando a sinistra Renzi dice che bisogna tornare a vincere io storgo il naso; vincere è importante, ma più importante è fare il percorso giusto per vincere. Per fortuna nel discorso post-primarie ha detto che “finisce una dirigenza, non la sinistra”.