Il mio rapporto con l’informazione

Internet è uno strumento di comunicazione neutro, non è intrinsecamente buono o cattivo, utile o inutile, veritiero o falso ecc…

Come tutti i mezzi di comunicazione può essere usato bene o male e lo scopo della comunicazione dipende solo dall’utilizzatore dello strumento.

Dal tipo di strumento può certamente dipendere un tipo di comunicazione piuttosto che un’altra, ma cosa si comunica è sempre nelle mani di chi si sta esprimendo.

Quando Wired lanciò l’idea di un nobel per la pace a Internet io fui colpito positivamente dalla proposta perchè in cuor mio credo fortemente che la discussione e il confronto non possano che fare bene. Quello che crediamo però è spesso  semplicemente il risultato di come “tariamo” le cose su noi stessi visto che le nostre stesse idee derivano principalmente dalle esperienze che abbiamo vissuto nella nostra vita.

Quindi dire che la discussione non può che fare bene in realtà inconsciamente sto dicendo che le mie esperienze mi hanno portato a pensare questo. Cioè ho notato che partecipare (attivamente, ma anche da spettatore) ad una discussione mi ha quasi sempre dato qualcosa e fatto crescere; a volte solo grazie al confronto e alle persone che avevo davanti, a volte per il semplice fatto che esporre le proprie idee aiuta ad affinarle e a renderle tue e a volte entrambe le cose.

Altre cose che condizionano le nostre idee sono sicuramente lo studio e le informazioni che riceviamo e che cerchiamo. Sono ovviamente molte le variabili che definiscono in che percentuale veniamo condizionati da questa o quella cosa.

Questa convinzione però potrebbe non valere sempre ne valere per tutti (ed è per questo che dopo un po’ ho ritrattato il mio entusiasmo sul nobel per la pace a internet); questa semplice visione ha bisogno di un certo tipo di condizioni per poter funzionare e controllare queste condizioni è difficile, prima di tutto perchè è difficile individuarle, proviamo a elencarne alcune.

  • Democrazia nella discussione; Il mito per cui internet è democratico è in parte falso, ogni luogo di discussione potrebbe essere censurato e bisogna che questo non avvenga.
  • Le informazioni usate nella discussione hanno un’importanza fondamentale; ne parlerò dopo.
  • Il contraddittorio è utile in un talk show politico in tv tanto quanto in una discussione; accontentarsi di qualcuno che è completamente d’accordo con te difficilmente porterà ad un qualche valore aggiunto, a meno che una delle due persone abbia realmente qualcosa in più da dare (ma in questo caso non si parla più propriamente di discussione). Per questo sono convinto che le differenze fra di noi siano un valore e che dovremo aver più paura del consenso che del dissenso, esattamente come dovremmo diffidare il più possibile dall’unanimità, dal pensiero unico ecc… Riguardo questo discorso notate quanto divertente può essere applicarlo ai partiti politici; pensate a cosa debba essere una discussione fra due elettori della lega piuttosto che fra due elettori di un qualsiasi altro partito normale (vedi).
  • Proprio per il punto precedete, il rispetto nell’interlocutore, la velocità nell’accettare criticamente e nel metabolizzare le idee dell’altro sono essenziali. Per quieto vivere poi sarebbe importante rispondere a tono, ma soprattutto a tema senza trucchetti dialettici.

Informare

Il problema della corretta informazione è un problema antico come il mondo. Internet ha semplicemente accelerato e sottolineato il problema come un nervo scoperto.

Il problema della falsa o faziosa informazione non può essere considerato intrinsecamente appartenente a internet esattamente perchè, come dicevo prima, internet è solo uno strumento di comunicazione neutro, altrimenti per lo stesso motivo dovremmo temere il telefono, le lettere e i piccioni viaggiatori.

È giusto però che internet sia al centro dell’attenzione proprio per i suoi pregi come velocità, accessibilità (che però va difesa), democratizzazione ecc…

Internet ha reso molto più facile quello che c’era già, il passaparola, la creazione di contenuti, l’informazione autorevole, lo scambio di opinioni ecc… In questo modo però ci ha anche reso più responsabili e molto più soggetti al bombardamento di informazioni.

Come ci si difende? Non ho una risposta assoluta, ognuno dovrebbe trovare la propria dimensione. Mi preme però dire che per riuscire a sopravvivere in questo mondo brulicante di informazioni e voci diverse, c’è bisogno di una buona preparazione culturale, una mente aperta, ma unita a una buona dose di senso critico, capacità di filtrare contenuti e di selezionare persone veramente meritevoli di essere seguite.

Questo però potrebbe non essere alla portata di tutti e un po’ tutti alla fine giustamente tendiamo a costruirci un nostro “giardino protetto” fatto da persone simili e canali di informazioni che si adattano a noi. Non bisogna però mai abbassare la guardia, continuare a essere critici e aperti.

È proprio nell’ottica di rispetto dell’interlocutore e di rispetto del dissenso, del diverso che andrebbe costruita una propria opinione; se una propria convinzione non ha preso in considerazione le altre facce della medaglia non potrà mai rappresentare un’opinione degna di essere difesa.

Ecco che la formazione di una propria idea è un percorso lungo e probabilmente difficile, ecco perchè ogni informazione condivisa può essere potenzialmente importante ed ecco perchè ogni cosa detta o link condiviso potrebbe non avere come unico scopo il supporto di una tesi già precostituita, ma potrebbe semplicemente rappresentare un ulteriore tassello utile a questa ricerca. Ecco perchè su twitter spesso si scrive(va) “retweet are not endorsement” ed ecco perchè non ha sempre senso giudicare una persona in base alle sue segnalazioni/condivisioni, ma il vero valore lo danno i commenti alla notizia.

Ecco che la ricerca della propria opinione è importante tanto quanto l’opinione stessa e merita di essere condivisa stimolando la discussione, discussione che a sua volta, se fatta a dovere, contribuisce alla ricerca stessa.

Attaccare una persona per aver condiviso una notizia o essersi espresso è una cosa terribile che indica la pura e semplice paura della verità o la paura del confronto; ipocrisia dell’occhio non vede cuore non duole. Diverso invece se si parla di contenuti.

Forse in questo si nota la mia indole giornalistica che non tutti hanno e capiscono, io però non ho mai studiato niente per essere giornalista e anzi in italiano avevo a malapena 6; qualcuno che mi conosce però dice che avrei dovuto farlo. 🙂

Bhè se in un futuro Apple sarà padrone del mondo saprò cosa fare.

2 risposte a “Il mio rapporto con l’informazione”

  1. Interessante, condivido su tutto e sottolineo questa parte
    i”Come ci si difende? Non ho una risposta assoluta, ognuno vrebbe trovare la propria dimensione. Mi preme però dire che per riuscire a sopravvivere in questo mondo brulicante di informazioni e voci diverse, c’è bisogno di una buona preparazione culturale, una mente aperta, ma unita a una buona dose di senso critico, capacità di filtrare contenuti e di selezionare persone veramente meritevoli di essere seguite.

    Aggiungo poi che Internet non deve essere ancora considerato mezzo e strumento universale, utilizzato da tutti. Fra qualche anno si, allora li internet avrà un ruolo decisivo in uncontesto democratico.

  2. Sicuramente internet è uno sterminato mondo di informazioni e appunto come detto è molto difficile orientarcisi. Ad ogni modo spesso non risulta facile nemmeno cercare, dato che i siti che occupano le prime posizioni sono sempre gli stessi. Ora come ora effettuare ricerche su internet dovrebbe quasi essere una materia scolastica.

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