Il futuro di internet

Ieri twitter pubblica questo post.

Sostanzialmente twitter sotto richiesta da parte di un Governo può censurare alcuni tweet in quel Paese, mentre rimarranno disponibili nel resto del mondo. Questo è stato necessario, dice twitter, perchè altrimenti l’alternativa sarebbe stata non poter del tutto operare in alcuni Paesi.

Una buona analisi e qualche dubbio, che fanno pensare che quasi quasi era meglio non andare proprio in alcuni Paesi, l’ha scritto Quintarelli qui. In questo post ne linka anche uno più vecchio che mi ha fatto pensare (ci pensavo già da un po’, ma lo uso come spunto).

Diaspora: un passo nella giusta direzione

In che direzione sta andando internet?

Se le e-mail fossero state pensate prima da un privato piuttosto che dalle università? Sarebbe nato il solito “social” coso con un’azienda dietro?! Software prorpietario, API chiuse, EULA, dati utente tenuti ben stretti, monopolio su quel tipo di servizio e tanti saluti ad una sana competizione?

Abbiamo bisogno di protocolli aperti, di servizi interoperabili fra di loro e di possedere noi i nostri dati.

Ora invece abbiamo soggetti terzi che detengono il monopolio su un tipo di servizio, che possiedono i nostri dati e che si fanno la guerra fra di loro per poterli gestire, rendendo facile un controllo dall’alto, vedi appunto twitter e la sua decisione di censura facile.

Questa è la dimostrazione che non può essere sempre il mercato a decidere il futuro di una tecnologia, soprattutto se si parla di comunicazione e informazione, vedi internet. Bisogna sedersi ad un tavolo e prendere decisioni comuni, definire standard, senza interessi economici dietro.

Il cloud di Google, i social network proprietari, dropbox, megaupload & co, tutte cose che andrebbero ripensate con cose come Owncloud, Status.netDiaspora, Torrent ecc…

Meno business e meno aziende? Forse si o forse no. Politiche di “data liberation” forti e servizi basati non sui software (che sarebbero open source e interoperabili), ma sulle risorse (hosting) e assistenza, risolverebbero molti problemi, segnerebbero un’evoluzione di internet a favore degli utenti che costringerebbe le aziende ad adattarsi salvando solo quelle migliori.

Tecnicamente già molto è possibile, basterebbe volerlo, tutti. Della chat ho già parlato, no?

14 risposte a “Il futuro di internet”

  1. Difficile a dirsi, cmq ottima analisi. Internet potrebbe essere sempre più diverso o alternativo, ma ruberebbe troppo tempo dedicarcisi… Così le aziende fanno busimness ma spesso offrono servizi che poi vengono chiusi ufff difficile!!!!

  2. Premesso che sono strafavorevole all’Open Source e stracontrario ad ogni forma di censura, credo che sia vergognosa la censura di certi paesi, così come è vergognosa la “fabbrica di notizie” in altri paesi. Però – sebbene Twitter abbia milioni di iscritti – alla fine è sempre un sito internet di proprietà di qualcuno, quindi come reagisce alle pressioni di un governo è quasi esclusivamente una cosa privata tra il proprietario di twitter.com e i governi. In Italia forse non c’è la censura che c’è in Cina, ma c’è qualcuno che ha passato dei guai per qualche messaggio “fastidioso” lasciato su qualche sito.

    (Complimenti per il blog, lo aggiungo ai favoriti!)

    1. Grazie dei complementi ragazzi.
      Twitter è un’azienda e in quanto tale è tenuta semplicemente a rispettare la legge.
      Ma un’azienda è fatta di persone che si prendono la responsabilità di azioni poco etiche della propria azienda.

      Quello che non funziona più nel meccanismo è l’esercizio del potere che noi utenti abbiamo e questo è solo per colpa nostra. Detto in parole povere se Twitter e Facebook si mettessero a fare le più porcate sarebbe comunque molto difficile che la gente gli abbandoni in favore di Status.net/Identi.ca e Diaspora.

      1. Credo che hai ragione.. almeno in Italia, credo che la maggior parte delle persone userebbe Facebook anche se Facebook stesso inviasse a tutti un’email con scritto “stiamo vendendo i tuoi dati a tante aziende che ti riempiranno di pubbicità nelle prossime settimane, grazie della collaborazione gratuita”. 🙂

        Io ormai con Twitter e Facebook ci lavoro anche (gestisco alcune pagine per conto di alcune aziende) quindi per me sarebbe difficile abbandonarli, sicuramente magari però si potrebbe dare una mano a progetti come Diaspora, alla fine (in Italia) anche Twitter all’inizio era visto con scetticismo perchè tanto stavano tutti su Facebook… e invece piano piano sempre più persone utilizzano Twitter, alcuni anche solo Twitter e non Facebook.

        1. Lorenzo concordo con te anche se probabilmente la verità sta sempre in mezzo. Magari andrebbe dosato tutto: sicuramente no alla censura “a convenienza” come quella che vogliono inculcarci i politici.

          Giusto un appunto mettiamoci pure il social di Google… 😀

  3. Si certo, anche Google+, solo che per ora molti già quando parli di Twitter ti guardano strano 🙂

  4. Siamo sicuri che questa è la giusta direzione per internet? Ho dei grossi dubbi.

    1. se ci spieghi magari potresti essere più convincente… 🙂

      1. @monossido

        concordo con te… attendiamo feedback in merito…:D

  5. Speriamo che ACTA ( nuova legge per i copyright in Europa ) non viene approvata, se no tutto cambiera dopo.

  6. Il problema sta proprio nel fatto che un cosidetto social media, con la vocazione quindi alla comunicazione di massa e immediata, possa essere soggetto a forme di pressioni dall’alto. è un paradosso per una forma di comunicazione nata in rete, per essere libera. Piú i legami con gli inserzionisti e gli investori diventano stretti, piú vulnerabili saranno alle pressioni. Vedi fb che all’inizio non aveva uno straccio di pubblicitá e ora si quota in borsa.

  7. Concordo con Lorenzo quando dice che un social network può essere soggetto a pressioni dall’alto. L’importanza di Facebook e Twitter ormai è considerata da parte delle aziende una necessità indiscutibile, tanto che proprio tutte le società elaborano piani di marketing per fare pubblicità sui social network, come appunto Facebook e Twitter. Per te hanno successo questi piani pubblicitari?

  8. Nel momento in cui i social assumono tutta questa importanza, sarebbe opportuno spiegare ai giovanissimi come comportarsi, proprio come concerne tutto il resto delle regole imposte dalla società. questo però difficilmente avverrà, pertanto regnerà il caos.. a mio modesto parere.

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