Non capisco

Ora, ammetto che mi da molto fastidio scrivere questo post. Una persona è morta e merita di riposare in pace, mi piacerebbe starmene zitto.

Ma non ce la faccio vista la carrellata di messaggi idioti lasciati sui vari social network. Mi limiterò quindi semplicemente a dire che non capisco.

Non capisco come si possa seguire ciecamente un’azienda schifosamente capitalistica e totalmente disattenta alle libertà degli utenti.

Non capisco come si possa regalare soldi un’azienda che fa costruire i propri device in cina appoggiandosi ad un’altra azienda famosa per i tanti suicidi causati. Se poi si tenta di sensibilizzare gli utenti al problema l’applicazione relativa viene bannata.

Non capisco come si possa amare un’azienda ipocrita che dice di essere amica dell’open source quando non ha mai fatto molto per dimostrarlo. (vedi WebKit e KHTML)

Non capisco come si possa cadere nel tranello del “supporta gli standard web” quando poi costringe ad usare programmi e codec proprietari assieme a quegli standard.

Non capisco come si possa sostenere un’azienda che tenta di battere la concorrenza con quello strumento totalmente anti-innovazione rappresentato dai brevetti.

Non capisco come si possa essere fan di un’azienda che fa il training ai propri dipendenti come se si trattasse di una di quelle truffe di marketing piramidale, con cori da stadio e l’imposizione di un pensiero unico (altrimenti licenziato! “Non sei allineato con il pensiero Apple“).

Non capisco come ci si possa strappare i vestiti per un’azienda che punta tutto sul marketing, sull’apparenza, sul wow, sul magico, sull’avere e non sull’essere, sul nulla.

Non capisco come si possa comprare prodotti di un’azienda che ha creato il precedente del “dispositivo bloccato”, che non puoi studiare, ne modificare, ne farne quello che vuoi. Compri il dispositivo, ma lo possiedi solo fisicamente e nient’altro, lo usi esattamente come quest’azienda ha deciso tu debba usarlo. Hanno inventato le licenze proprietarie anche per l’hardware.

Non capisco come si possa idolatrare il CEO di quest’azienda. L’uomo Steve Jobs la maggior parte di noi non lo conosce, ma il CEO si.

Non lo capisco, perchè una volta dice che l’open source è “great“, poi che “Open systems don’t always win“. A seconda della convenienza?

Non lo capisco, perchè oltre ai brevetti ha tentato di attaccare la concorrenza con idiozie come il porno e altre falsità.

Non lo capisco perchè a me sembra che abbia contribuito a creare un mondo basato sul luccichio, sull’apparenza, nascondendo grossi problemi etici. Una metafora, nemmeno troppo distante, della finanza moderna dove tutto va bene, consumare va bene, indebitarsi va bene, l’importante è la crescita e il PIL. Della condizione dei lavoratori, del divario fra poveri e ricchi, dello sfruttamento dei paesi del terzo mondo non ci si deve occupare.

Se non condividi le tue scoperte e il tuo lavoro col mondo non crei innovazione, crei solo capitale da ridistribuire ai tuoi azionisti e per questo, di solito, non vieni ricordato dalle generazioni future.

Steve Jobs era un imprenditore, Apple un’azienda che fattura.

Capiamoci, anche un’azienda e qualunque suo dipendente può fare del bene. Sono convinto che si riesca a fare business e contemporaneamente non scendere a compromessi con la propria morale; bisogna però vedere se sei disposto a farlo o se una morale ce l’hai.

La cosa triste e che sembra che molti abbiano bisogno di un mito e una persona da idolatrare, ma soprattutto che lo cerchino in qualcuno che vende prodotti.

RIP.

40 risposte a “Non capisco”

  1. Mi stpisco, Turbolone. Non sono proprio d’accordo. È morto un genio, che ha rivoluzionato la tecnologia. iPod, iPhone, iPad. Magari non i migliori prodotti nel proprio settore, ma prodotti che hanno raggiunto TUTTI, nel bene e bel male. Steve Jobs ha cambiato il modo di concepire tante, tante cose.

    Ci ha guadagnato? Certo! Ma negare che fosse un visionario e un innovatore sarebbe assurdo.

    Ci mancherai Steve. “stay hungry, stay foolish”

    R.I.P.

  2. La gente gli dà questo tributo in questo momento non per l’azienda che ha creato, per i prodotti che vende o per il software libero o meno libero, ma per la vita straordinaria che ha avuto, per il suo rialzarsi dopo le batoste, esempio e messaggio di speranza per tanti giovani in tutto il mondo, come ha detto nel suo discorso a stanford. Dopo viene l’imprenditore…

  3. Non lo capisco perchè a me sembra che abbia contribuito a creare un mondo basato sul luccichio, sull’apparenza, nascondendo grossi problemi etici.

    Secondo me la chiave di lettura è proprio qui.
    Se c’è un posto dove Jobs ha innovato, quello non è per niente nel software, nella tecnologia o nel mondo informatico, l’unica sfera che Apple è riuscita ad innovare è stata la sfera del Marketing, delle vendite (purtroppo per tutti noi sostenitori del free software).

    Tra le “innovazioni” che Apple ha portato sicuramente nel mondo del marketing è stata veicolare e inventare l’idea di “leggerezza” dell’azienda, la chiusura che porta con se le ha permesso di farlo. Esempio: dal di fuori sembra che l’unico che lavora, che tutto quello viene inventato sia opera di Steve Jobs. L’azienda ha fatto evaporare tutto il resto, così il cliente è a stretto contatto con il marchio. Sembra la scuola filosofica di Pitagora, dove ogni invenzione veniva attribuita al maestro, tant’è che oggi non possiamo sapere che il teorema che porta il suo nome sia stato scoperto da lui o da un suo allievo.

    Ecco perché nascondono i casi di FoxConn (oltre al fatto che siano vergognosi per qualunque azienda).

    Perché lo idolatrano? credo che il discorso che fai si ricolleghi a quello del Feticismo Digitale, su cui i Wu Ming hanno scritto un post (che ha ispirato anche l’ultimo post che ho scritto su Google e Facebook). Ti consiglio di leggerlo (Feticismo della merce digitale e sfruttamento nascosto: i casi Amazon e Apple) perché colpisce in pieno la questione. Come ho scritto questa mattina in risposta ad un tweet “in assenza di un oggetto di culto alcuni se lo devono trovare/creare/appropriare, e così lo proiettano in lui. :/”

  4. Notoriamente, le menti ottuse non capiscono. Quindi è del tutto normale, non preoccuparti.

  5. Non c’entra nulla il feticismo digitale. Se volete continuare a dire palle e a infangare una cosa solo perché siete religiosamente fanatici anti apple, è un problema vostro. Avevo scritto delle cose, ma poi effettivamente sarebbe inutile, perché parlare con chi va probabilmente in giro con della stagnola in testa non ha alcun senso.

  6. please don’t feed the troll

  7. Monossido, a proposito di stagnola, mi sono comprato una fichissima, praticamente questa blocca sia i raggi gamma sia le scie chimiche, te la devo far vedere.

    Tornando a noi, mi sono scordato di dire che il feticismo digitale è appunto il modo in cui i Wu Ming chiamano il nuovo feticismo della merce, ipotizzato da Marx. La cosa interessante è che facendone una rilettura ai giorni nostri ci sono tanti paragoni che ci fanno capire quanto i rapporti tra gli esseri umani e le cose non siano così diversi, come ci vogliono fare capire quando dicono “Jobs ha cambiato il modo in cui ci confrontiamo con la tecnologia” ecc ecc..

    Indubbiamente Jobs è stato una persona intelligente, visionario e se dobbiamo definirlo “genio” allora egli è stato un genio del marketing. Certo è brutto e non convenzionale dire che lui ha apportato cose innovative nel marketing, è per questo che la gente dice che lui innovò la tecnologia, tutto qui.

    Poi infine c’è chi lo idealizza, chi non lo conosce e cita le sue frasi – sue per così dire, stay hungry stay foolish non è mica sua – come se fosse un filosofo, questo è un problema, ma pazienza, sono dei fanatici.

  8. monossido
    Hai perfettamente ragione. Non devo dare loro corda. Ciao.

  9. sono d’accordo turbox.w android,w linux!
    tuo sostenitore per sempre, Paolo

  10. Lasciando perdere i commenti sull’etica e sulla morale che possono essere condivisibili faccio qualche considerazione:

    Niente Jobs =
    niente computer così come sono concepiti oggi (interfaccia desktop e mouse) con tutto quello che ne consegue (quindi probabilmente niente android, niente linux e derivati); niente cartoni animati digitali, niente cinema 3D, niente toy story niente musica digitale a un livello cosi diffuso come quello che si ha oggi. Per cui consenti, per questa volta, che proprio attraverso la tecnologia si manifesti un cordoglio a una persona che la tecnologia l’ha resa quella che è oggi. L’ha resa grande.
    Ciao Steve!

  11. complimenti, concordo in pieno

  12. Se non ci fosse stato Jobs ci sarebbe stato qualcun’altro a portare quelle innovazioni, magari in modo differente, il cinema si sarebbe evoluto lo stesso, come il mercato della musica digitale.
    Le varie tecnologie erano già oggetto di studio e tante erano anche brevettate e funzionanti. Lui le ha scoperte e ha saputo farle evolvere assieme ai suoi collaboratori di cui nessuno parla mai.
    A me spiace che sia morto e riposi in pace, ma sarebbe meglio smetterla di idolatrare persone mai conosciute mettendole sopra dei piedistalli (vedi Vasco…).
    Era un uomo che ha saputo cogliere un’opportunità e ci ha fatto sopra un sacco di bei soldoni (nulla di male sia chiaro) non facciamone il salvatore del mondo come se avesse scoperto una cura contro il cancro o simili. C’è gente che lo sta paragonando a Ghandi in giro per il web, stiamo dando di matto o cosa?
    Ciao a tutti.

    Mr. Jobs RIP

  13. Da utente anche apple non posso che quotare il tuo post anche se lo allargherei ai fanatici di ogni tipo e non solo a quelli apple.

    Certo è molto difficile mettere le persone davanti alla realtà soprattutto dopo che sono state indottrinate e dopo che è maturata in loro la convinzione di essere assolutamente nel giusto perchè il brand non li tradirà mai, perchè il loro idolo è infallibile. Solitamente questa gente è giovane (massimo 23 anni) quindi è anche da capire.

  14. Hai scritto bene: non capisci.

  15. Do una risposta qui un po’ per tutti quelli che hanno commentato, molti su facebook (purtroppo).

    Sostanzialmente sembra che le critiche al mio discorso siano 2(collegate):
    1)Non gli si sta rendendo omaggio per questioni etiche, nemmeno per l’uomo Steve Jobs, ma perchè è stato un grande innovatore.

    Allora qui non capisco, sono io che pensavo di vivere un un paese tecnofobico e invece scopro tutto ad un tratto che un uomo che produce prodotti elettronici vada osannato tanto quanto un grande luminare della scienza o un grande filosofo o un portatore di pace?
    Non capisco, sono l’unico che crede che non ha senso osannare un’azienda e il suo CEO e che se lo si fa nei confronti di un Uomo la questione etica diventi improvvisamente importantissima?

    2)Altra critica, derivata dalla prima, è che abbia fatto del bene all’informatica, che se non fosse per lui non avremo gli smartphone ne i PC.

    Naturalmente non sapremo mai cosa sarebbe accaduto senza di lui, ma la GUI a finestre inizialmente l’ha presa dalla Xerox, il primo iPhone non aveva più feature di un nokia, il touchscreen non l’ha invetato lui…
    Lui è riuscito a prendere tecnologie innovative, crearne un device, farcirlo di marketing e di luccichio e venderlo.
    Finalmente è venuta fuori in altri articoli/commenti l’espressione “genio del marketing”.
    Nel frattempo ha blindato questi dispositivi limitando le libertà degli utenti. Questo non è rendere un mondo migliore e, per quanto mi riguarda, nemmeno fare innovazione.

    In ogni caso anche se non si è d’accordo col secondo punto mi spiegate che senso ha idolatrare un venditore? A Mandela, Gandhi, Martin Luther King….ecc… cosa dovremo fare?

    Di discorsi più lunghi, che sono anche andati un po’ in OT, ne continerò a parlare su faceobok e via mail 😉

  16. Ci vorrebbe una fenomenologia di Steve Jobs, per mettere a fuoco i rocamboleschi risvolti di questa faccenda.

    Premettiamo che di fronte alla morte siamo tutti uguali: è morto un uomo, pace all’anima sua. Essendo una personalità influente, questa è anche un’occasione per dibattere del suo operato da vivo, come fu per Mike Bongiorno poco tempo fa e come è sempre stato nei secoli.
    Nella fattispecie, i presunti meriti di Jobs sono di carattere, quando non tecnico, per certi versi divulgativo: va inserito in un processo di volgarizzazione (passatemi il termine) dell’informatica. Non è l’unico fautore di questo cambiamento (fondamentale nell’evoluzione della società dell’ultima metà di secolo), ed è lecito supporre che se non ci fosse stato lui, qualcun altro in qualche altra maniera avrebbe proceduto nella stessa direzione, semplicemente perché era il mercato più ghiotto ed il mondo della finanza non è così miope. Nonostante questo, è lecito dare a Cesare quel che è di Cesare, ed a Jobs quello che è di Jobs.

    Io non seguo testate giornalistiche straniere, quindi non so se all’estero la situazione sia analoga. Ma questo circo mediatico, francamente, ha dell’imbarazzante. Semplicemente, è lo specchio dell’assoluta simbiosi tra la nostra società ed il capitalismo più becero, consumista e spregiudicato, dove basta un discorso sostanzialmente scemo ma condito della retorica più scema per fomentare gli animi.
    E parliamo del famoso discorso ai neolaureati: un minestrone di banalità riscaldate, soliti luoghi comuni triti e ritriti che nascondono un discorso sostanzialmente piano, inutile e quasi fuori luogo, che sfocia nell’inevitabile sterile frecciatina contro Microsoft. La morale del XXI secolo è una forma svilita e volgarizzata del carpe diem. E cosa poteva dire Steve Jobs, imprenditore capitalista dipinto idealmente da questo articolo, se non: pensate con la vostra testa, siate indipendenti, siate affamati. Mancava solo che aggiungesse “comprate Apple”.

  17. Come qualcuno ti ha già fatto notare, il problema è nella tua mancata comprensione: questa deriva dall’ignoranza.
    La parola chiave che ti aiuterà a schiarirti le idee è “integrazione verticale”, ti aiuto postandoti il link: http://it.wikipedia.org/wiki/Integrazione_verticale
    Questa ha reso la fortuna della Apple.

    Spero d’esserti stato d’aiuto nella comprensione dell’avventura di Jobs alla Apple (in più riprese).
    Ti consiglio anche la visione del film “I Pirati di Silicon Valley” (Pirates of Silicon Valley), probabilmente ti aiuterà a capire meglio la situazione dell’industria informatica degli anni 70-80 e degli enormi, folli rischi che Jobs abbia corso per riuscire a risanare la Apple e farla diventare quello che è oggi.
    Se hai tempo, ti consiglio anche la lettura di questo ottimo nonché breve articolo http://www.appuntidigitali.it/14186/apple-be-plan/
    dove spiega il momento della svolta per Jobs e la Apple.

    Il resto, permettimi, sono stronzate: ormai tutti producono in Cina e se in Cina c’è il più alto numero di suicidi nel mondo è perchè sono 3 miliardi di persone, grazie al piffero che ci sono molti suicidi.

    Per il discorso delle religioni e fanboysmi vari, quelli ci sono sempre stati e ci saranno sempre, vedi pure quelli del marchio Sony, Playstation, Microsoft, XboX e, visto che siamo in tema di archeologia informatica, i temibili Amighisti, adoratori dell’Amiga.

    P.S.: ah e per il famoso discorso dei brevetti… vai a vedere come hanno fregato ben bene negli anni 80 la IBM quando gli hanno fatto il retro-engineering del BIOS e sono spuntati fuori i cloni… poi vagli a dare torto alla Apple che brevettano tutto, visto che appena esce un loro gingillo elettronico c’è la corsa alla copia… dopotutto, dovranno pur tutelare le loro proprietà intellettuali.

  18. @amor vacui come non essere d’accordo.

    @Luca Celeste
    Non ho mai detto che Steve non abbia mai combinato niente.
    Può anche aver inventato la ruota, ma se questa scoperta gli è servita solo per arricchire i suoi azionisti io, molto semplicemente, non mi sento di ammirarlo per questo. Non per questo lo odio, ma semplicemente non lo ammiro e non capisco come possa essere altrimenti.

    Hai detto una cosa orribile sulla Cina, vai a leggerti qualche report delle condizioni di lavoro e poi ne riparliamo, non si suicidano solo perchè sono tanti…

    I brevetti però non sono nati per tutelare le proprietà intellettuali di nessuno, quello è solo un’effetto secondario, probabilmente voluto, accettato, ma non cercato. L’obbiettivo primario è il favorire l’innovazione cercando di evitare che un’azienda, copiando, possa sedersi sugli allori e smettere di innovare.

  19. Non ci siamo capiti.
    Le azioni di una azienda salgono o scendono in base all’andamento dell’azienda stessa, non è una cosa che ricerchi, è una conseguenza.

    Sulla Cina non hai capito ciò che intendevo… il fatto che il tasso di suicidi sia alto in cina è perchè sono tanti rispetto ad altre nazioni.
    Per capirci al volo: nei paesi scandinavi sò che il tasso di suicidi è alto ma quanti saranno là? 50 milioni? (la sparo lì per là eh). In cina sono 3 miliardi, è normale che ci siano più suicidi là che nei paesi scandinavi, è statistica.

    I brevetti sono nati invece proprio per tutelare le tue invenzioni, le tue idee, in modo che nessuno si possa appropriare i diritti e sfruttarli a suo piacimento.
    Anche qua, per capirci, se io sono stato il primo a inventare i touchscreen, tu non puoi sfruttare la mia ricerca per i tuoi scopi di lucro, mi devi delle royalties in quanto sfrutti il lavoro di una persona.
    Copiare qualcosa senza riconoscerne i diritti non è solo meschino, è eticamente scorretto perchè sfrutti il lavoro altrui senza nè riconoscerlo nè retribuirlo, quindi è diritto e dovere di ognuno tutelare le proprie invenzioni e far valere i propri diritti.

    E, per chiudere, le scoperte di Jobs hanno migliorato l’informatica e l’hanno resa come la conosciamo oggi, personalmente me ne frego se ha arricchito i suoi azionisti, io da consumer sono contento che riesca a lavorare meglio con i miei strumenti perchè questo mi migliora la vita di ogni giorno.

  20. Fattelo dire amico,
    TU NON CAPISCI UN CAZZO!
    Qui non si tratta di Apple, si tratta di un uomo che è partito da un garage, con lo scopo di cambiare la nostra vita.
    Hai presente quando tu scrivi su sta merda di blog, le tue cazzate? Tu clicchi sull’icona di internet, prima di tutto. Se non c’era il caro Steve, a furia di scrivere stronzate le tue dita fumavano, perchè senza Steve non c’era il mouse e non c’erano le icone. C’era solo una miriade di stringhe di codice da imparare a memoria. Quando tu ti senti la musica sul tuo MP3, Zune, iPod e hai a disposizione un migliaio di canzoni su quel tuo cazzetto, pensa a Steve, perchè sennò stavamo ancora col mangianastri.
    Il multitouch, pensa a Steve.
    Gli smartphone, pensa a Steve.
    I tablet, pensa a Steve.
    Ricordati che ogni cazzata che riesci a scrivere su sto blog, puoi farla perchè Steve ha creato il mouse prima di tutto.
    Quindi, vedi di capire di più e spara meno stronzate…

  21. @riddick95
    Per fortuna che hai appena 16 anni e sei ancora in tempo, sembra tu non abbia letto un accidente di quello che è scritto nei commenti…
    Il mouse non l’ha inventato lui, ne ha solo comprato il brevetto, a lui va il merito di averlo diffuso, ovviamente.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Mouse#Storia << se non sei troppo incazzato per leggere

  22. riddick95 non ho forza di rispondere, sarebbe da censurare, ma la peggior punizione in questo caso è che tutti possano leggere quello che hai scritto.

    Luca però stiamo andando OT, Steve può essere anche il miglior imprenditore del mondo, ma qui si discute appunto che a mio modo di vedere non ha senso venerare un imprenditore che non ha condiviso col mondo le sue invenzioni, se non a prezzo d’oro e senza poterle studiare.

    Riguardo la cina, ripeto guarda i report delle condizioni di lavoro e ricorda che i 18 suicidi (non 10) nel 2010 sono avvenuti sul luogo di lavoro, ma non mi pare stupido pensare che in realtà sia molto più semplice uccidersi a casa, nel silenzio.
    Poi ricorda che da un certo punto in poi hanno installato le reti anti-suicidio.

    Hai una visione dei brevetti che, secondo me, è quella che è nata solo successivamente grazie alla spinta delle grandi multinazionali. Lo scopo principale dei brevetti era quello ceh ti ho spiegato sopra.

    I brevetti, il software proprietario, la blindatura dell’hardware sono blocchi allo sviluppo.
    È che queste cose vanno spesso di pari passo con i soldi quindi sembra che si stia creando innovazione quando in realtà la si sta rallentando.

  23. monossido, lungi da me pormi come giudice e importi le mie idee, comprendo il tuo punto di vista e lo rispetto, ma personalmente non mi sento di condividerlo appieno.

    E’ ovvio che Jobs non sia una persona da santificare e/o venerare, ma io la rispetto per ciò che ha fatto per l’informatica moderna e le innovazioni che ha portato e la ricordo come qualcuno che ha lasciato il segno, la ricordo prima che imprenditore come persona, come visionario e “folle”, un uomo senza paura che ha affrontato enormi difficoltà e ne è uscito vittorioso ed è riuscito a imporre dei nuovi standard qualitativi all’informatica, una persona che ha inseguito i suoi sogni e non si è mai fermato nè accontentato, un esempio per tutti noi IMHO.

    Riguardo la Cina mi informerò meglio sulla situazione valutando varie fonti, magari se ne riparlerà in un altro momento quando il tema sarà più attinente.

    La mia visione dei brevetti ovviamente è legata all’uso che se ne fa ora, sono “giovane”, ho 25 anni, quindi non saprei dirti allora come erano visti, ma trovo comunque la tua visione perfettamente condivisibile anche se non molto attuale.

    Riguardo alla blindatura hardware/software ti rimando appunto all’articolo di wikipedia circa l’integrazione verticale, aggiungendo che ovviamente non è la via migliore per sviluppare hardware e software, ma è molto effettiva sotto diversi aspetti: se sai che su quella piattaforma ci girerà solo determinato software, sei sicuro che avrai una base estremamente solida e affidabile, a scapito della libertà di “smanettamento” sia hw che sw.
    D’altronde vedo che usi Linux, quindi sarai sicuramente al corrente della più grande piaga del mondo OpenSource: i fork.
    Tu crei un programma sotto licenza GNU/GPL (per fortuna le nuove GPL sono un pò più restrittive proprio per arginare questo problema) e la gente prende il tuo codice, lo modifica e lo ridistribuisce creando così una versione praticamente identica alla tua ma con alcune differenze che le rendono non interoperabili.

    Windows naviga su una via di mezzo che, IMHO, fa abbastanza schifo visto che si porta appresso decenni di obsolescenza che appesantiscono il sistema e minano la sua stabilità, ma sembra che con le nuove versioni dovrebbe esserci un punto di svolta… speriamo bene.

    Vabbè, sono di nuovo finito OT, purtroppo il discorso tocca una miriade di argomenti che è impossibile coprire in un singolo post o un singolo articolo di blog, magari se ne riparlerà meglio in futuro.

    Mi dispiace vedere post come quelli di Riddick95, perchè poi la gente tende ad accostare questo tipo di persona alla Mela, quindi a Jobs e tutto ciò che gli gira intorno; la cosa mi fa enorme dispiacere perchè molti utenti Apple invece sono persone estremamente serie e attente, che hanno fatto la scelta di passare a Mac perchè trovano in esso una piattaforma migliore sulla quale sviluppare il proprio lavoro… ma pazienza, forse un giorno riusciremo a scrollarci di dosso questa immagine ripugnante dove vedono i mac users come rimbambiti che vanno appresso a un marchio per moda e magari riusciremo a riacquistare un pò di professionalità anche agli occhi di coloro che hanno scelto altre piattaforme.

  24. Siamo d’accordo almeno sul fatto che non sia da santificare. Io lo rispetto come imprenditore e uomo di marketing. Come informatico no perchè ha usato la tecnologia contro gli utenti e le loro libertà, solo per fare profitto.

    Anche io ho 25 anni 😉

    La blindatura ha indubbi vantaggi da parte dell’azienda costruttrice è ovvio, ma limita l’azione dell’utente. Questo molti non lo capiscono proprio perchè la Apple ha contribuito a far dimenticare agli utenti delle loro libertà.

    Se dobbiamo valutare i fork dobbiamo scindere due cose, il fork in se e come viene usato.
    Che sia possibile fare fork è una cosa eccezionale, alla base dell’etica del software libero.
    Poi bisogna valutare come vengono usati, spesso piuttosto di fare fork converrebbe aiutare il progetto iniziale, ma per qualcuno è difficile capire quando bisogna fare una scelta piuttosto di un’altra.
    Da come ne parli però noto un po’ di superficialità riguardo la questione copyright e licenze, in breve rilasciare un software con licenza aperta non significa rinunciare al proprio copyright, altrimenti il software diventerebbe di pubblico dominio. Quando si fa un fork bisogna sempre indicare che è un’opera derivata dal lovoro di qualcun’altro e il nome dell’autore originale.

    Si ho notato anche io, in questi discorsi si finisce per tirare in ballo tante quesitoni 🙂

    Già…io alla fine dico a tutti gli apple user, fate le vostre scelte, ma fatele consapevoli, non dimenticate di che libertà state rinunciando.

  25. No no, perdonami, mi sono espresso male io circa i brevetti e i copyright. E’ ovvio che chi rilascia software sotto licenza aperta non rinuncia alla propria proprietà intellettuale.
    Vabbè, senza fare il mio solito wall of text eventualmente per gli interessati rimando alle licenze GPL che sono consultabili sul solito wikipedia.

    Le libertà di cui parli ovviamente sono relative.
    Io col mac ci faccio veramente tutto, dalla banalissima videoscrittura e websurfing fino a programmazione (e cross-programmazione per android, argh), editing video audio, DJing… insomma, un pò per tutti i gusti… tra l’altro mò che autocad è pure tornato su Mac abbiamo finalmente il prodotto principale invece delle alternative tipo Varicad e simili.
    C’è sempre il discorso hardware, però ti posso dire che avendo costruito tutto il software su configurazioni che si contano sulla punta delle dita, hai la sicurezza che i programmi ti gireranno sempre bene sulla tua macchina (entro certi limiti ovviamente); per dire, io ho un “modesto” iMac da 24″ di 6-7 anni fa e va ancora una spada con qualsiasi cosa ci faccia.

    Poi ovvio, ognuno ha sue esigenze, però mi pare esagerato parlare di “libertà rinunciate”, al più parlerei di limiti delle scelte dell’azienda, come sempre, condivisibili o meno.
    Per me i limiti sono più che tollerabili.
    Per altri, ad esempio chi gioca col computer, ovviamente non lo sono.

  26. Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0).
    Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
    Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2).
    Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.

    Non credo tu non le conosca, ma evidentemente te ne sei dimenticato.

  27. La libertà 0 è presente.
    La libertà 1 è a discrezione del programmatore e, così come su linux e windows, anche su mac il programmatore può decidere se rilasciare o meno il sorgente, quindi vale per tutte le piattaforme.
    La libertà 2 è come sopra: c’è chi decide di rilasciare il proprio programma gratuitamente con la licenza che chi vuole può ridistribuirlo, c’è invece chi giustamente vuole farsi pagare per il suo lavoro e in tal caso la ridistribuzione del programma si chiama pirateria. Anche qua, si applica a tutte le piattaforme, non solo a Mac.
    La libertà 3 è il cancro dell’Open Source perchè non esiste più un piano regolatore che imponga delle regole, entro le quali i programmatori sono comunque liberi di agire, al fine di non scatenare il caos e avere un minimo di ordine (esistono i repository apposta).

    Io, personalmente, i miei programmi li fornisco spesso solo come binari perchè all’interno di essi ci sono algoritmi che ho usato che mi darebbe fastidio e mi danneggerebbe se li vedessi usati in programmi commerciali con gente che ci fa i soldi sopra.
    Altre volte invece fornisco anche il codice sorgente con la clausola che però esso non può essere modificato senza avere prima il mio consenso e comunque non può essere ridistribuito: io sono il creatore del programma e io devo essere il suo unico distributore.
    Questo non perchè sono egocentrico e ho manie di grandezza, ma solo per mantenere in ordine tutti i miei progetti ed evitare il proliferare di copie modificate che non hanno la mia autorizzazione onde evitare la classica mail “ah io ho questo tuo programma ma non funziona”, vado a vedere e in realtà è una versione modificata da un pinco pallino qualsiasi che ovviamente non s’è preso la briga di specificare che è lui che ha modificato il codice e quindi deve essere lui contattato in caso di bug.

    E comunque, diciamocelo chiaramente: a me di metter mano al sorgente per esempio di Photoshop non me ne frega una sega, se c’è qualcosa che non va o non funziona compilo un bollettino e lo mando alla Adobe attendendo che quel problema venga risolto e via dicendo. Io MAI mi sono cimentato nel modificare programmi altrui, al massimo ho sempre contattato l’autore e abbiamo discusso su alcuni punti per migliorare la sua creazione.
    In generale non mi piace mettere le mani nel lavoro altrui (senza previo avviso o comunque averlo contattato e avergli esposto le modifiche che io apporterei), lo trovo invadente ed arrogante.

    Hai una visione troppo utopica, vedi solo lati positivi di queste libertà, non vedi le conseguenze che ognuna di esse porta, così come non vedi possibili vantaggi della mancanza di esse. Tenta di aprire la mente e avere una visione più a 360 gradi senza fossilizzarti sui tuoi diktat.

  28. Mi spiace ma sei tu che non fai un minimo sforzo per capire. Definire la libertà di migliorare un software e ridistribuirne le versioni migliorate, un cancro dell’open source, mi fa perdere tutta la voglia di discutere, scusa.

    Quelle 4 libertà non riguardano chi usa prodotti Apple per creare altri progetti, cosa hai capito?? Quelle libertà sono quelle che l’utente perde quando usa software proprietario in generale. Con software apple perdi quelle 4 proprietà, ma con i prodotti Apple ne perdi anche altre.

    I tuoi algoritmi, se usi la licenza giusta, non possono essere usati liberamente senza nominarti, con una licenza qualsiasi, proprietaria e commerciale. È vietato da gran parte delel licenze open.

    A te non te ne frega niente di mettere le mani su photoshop, ma la comunità ne trarrebbe enorme beneficio.

    Non aver mai messo mano a programmi altrui non è una cosa di cui andarne fieri. Anche io nel mio piccolo ho contribuito con delle patch(ce ne è traccia su github) a progetti più grandi, questa credo sia una cosa di cui vantarsi.
    Se il software in questione ha una licenza open source vuol dire che il creatore dovrebbe essere ben disposto ad aiuti esterni, ma chi si lamenterebbe di qualcuno che ti vuole dare una mano??(poi dipende dal modello di sviluppo, hai letto la Cattedrale e il Bazar di Eric Raymond?)

    Non è una questione di aprire la mente, ognuno fa le proprie scelte in base alle proprie idee. Tu fai spesso la scelta di usare licenze proprietarie, liberissimo di farlo, ma a me sembra che lo faccia per motivi che non c’entrano na mazza.

    Se rilasci il codice sorgente ma non dai la possibilità di ridistribuzione io credo proprio che tu non possa usare una licenza open source, poi non so se c’è qualche eccezione particolare.

  29. Ti giuro che io lo sforzo lo faccio eccome, lo sto facendo per tentare di “scrostarti” un pochino dalla visione che hai attualmente della “libertà” facendoti riflettere sulle differenze tra libertà e limitazione evitando di sproloquiare in discorsi filosofici che esulano da questa discussione.

    L’utente è libero per sua natura, non è vincolato a nulla, grazie a dio siamo nel 2011 e di alternative ne esistono a milioni. Al più l’utente è soggetto a limitazioni che lui HA ACCETTATO dopo aver messo a confronto vari prodotti. Questa non è una perdita di libertà ai miei occhi, è libero arbitrio.

    E ti assicuro che, come ti ho scritto sopra, se eventualmente perdi qualcuna di quelle quattro libertà con la apple (e non è detto) le puoi altrettanto perdere su altre piattaforme; ci sono molti software commerciali closed source anche su linux, per dirne una, quindi rimani comunque libero, perchè la libertà di scelta non te la può levare nessuno.

    Il fatto di non aver mai messo mano a del codice deriva dal fatto pure che ognuno di noi ha un suo stile di programmazione e quando diversi stili si intrecciano nello stesso codice succede un autentico bordello, lo so per esperienza perchè ci sono passato a causa di un esame all’università (studio ingegneria informatica) dove dovevo cooperare con un mio collega per tirar su un sistema di e-commerce. Alla fine non ci capivamo più niente e abbiamo deciso che io avrei fatto il sottosistema in java che si occupava della persistenza e lui la parte “grafica” e i vari javascript per il sito. Ogniqualvolta ci imbattevamo in una possibile ottimizzazione ci consultavamo a vicenda e il “responsabile” di quella sezione faceva le opportune modifiche.
    Se prendi Photoshop e lo apri in modo che tutti ci possano mettere le mani succede lo schifo: già ci sono centinaia di mani che ci lavorano sopra seguendo ovviamente tutti un set di regole ben preciso, figuriamoci se ce le mette anche gente che magari sa cosa vuole modificare ma non ha la competenza per portare a termine la modifica: un disastro. Di esempi così potrei tirarne fuori molti altri volendo.

    Per giovare alla comunità esistono da tempo i ticket e i forum: vorresti vedere qualcosa implementato? C’è un bug che causa un malfunzionamento? Lo scrivi e loro, se lo reputano ovviamente rilevante e/o di interesse, lo implementano.
    Sarà sicuramente più lento rispetto a metterci le mani direttamente, ma almeno si guadagna in coerenza e coesione del codice, il che si traduce spesso e volentieri in migliori performance e stabilità.

    Vabbè, con questi discorsi stiamo andando completamente alla deriva… io ho espresso il mio pensiero, tu hai espresso il tuo (ti ricordo che io rispetto pienamente il tuo punto di vista e condivido alcuni punti, visto che sostieni che non sto facendo sforzi per venirti incontro), penso che possiamo pacificamente chiudere qui nella speranza che questa discussione abbia giovato ai lettori e magari abbia suscitato curiosità e riflessioni. 🙂

  30. Questo speriamo.
    Per concludere però devo dirti che ragioni come se il mondo open source non esistesse e fosse solo un’utopia nelle menti di qualche visionario.

    La realtà è ben diversa per fortuna, esistono centinaia di aziende che ne traggono vantaggi economici, migliaia di sviluppatori che lo usano come modello di sviluppo e anche più utenti che scelgono di usarlo.
    Software come Linux (kernel) sono cresciuti grazie a più sviluppatori che ci hanno messo mano.

    Cya

  31. Ho trovato il link a questo articolo e volevo leggerlo per essere sicuro:
    Ora lo sono, Lorenzo non capisce perché non ci arriva. Non arriva a capire gli uomini e neanche le macchine. E’ ignorante!

    Purtroppo una cura contro l’ignoranza non è stata ancora inventata.

    Forse una luce la potrà avere ricordandosi le parole di una delle più famose pubblicità di quella società che lui indica come il male:

    Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro; potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perchè fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio; perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero

  32. [modalità ironica: ON]
    @Franco:
    manca solo la parola Amen alla fine… meno male che ci sei tu che, da “illuminato”, citando una “pubblicità” ci riporti nella giusta strada…
    [modalità ironica: OFF]

    @Lorenzo:
    capisco benissimo il tuo pensiero… un mare di persone, giornali e tv stanno praticando un vero e proprio processo di santificazione senza nemmeno sapere di cosa stanno parlando.

  33. scusate il ritardo

    Franco il think different è una pagliacciata, vallo a dire ai dipendenti licenziati perchè “non in linea col pensiero apple”.
    Il fatto che tu citi proprio quelle parole, che chiunque con un minimo di senso critico capirebbe sono state pensate per puro scopo pubblicitario, (basta vedere che non hanno alcun riscontro con la politica dell’azienda) la dice lunga.

    Grazie Giuseppe 😉

  34. Non so se la gente sia più ingenua o scema quando dice che, senza Steve Jobs, la computeristica a portata di stipendio (e cervello) medio sarebbe irreale.

    E nuovamente: Jobs non era un Prometeo degli anni ’00, Jobs era un imprenditore. Se non lui, qualcun altro avrebbe investito – forse anni dopo, forse meglio, chi può dirlo – nello stesso settore, questa è probabilmente l’unica costante del discorso.

  35. @ Monossido: non penso che il think different sia una pagliacciata, anzi, aiuta a pensare a come migliorare sempre e a essere più critici con se stessi. Steve Jobs non era un santo ma una persona che ha cambiato la vita di molti grazie alle sue idee e alla sua voglia di innovare. Se ha licenziato dei dipendenti avrà avuto ottime ragioni ma non credere a tutte le leggende dei licenziamenti in ascensore.
    @Giuseppe: Mai detto fosse un santo ma se ci stavi vicino e lo sentivi parlare capivi che era speciale. Lorenzo Braghetto non ha capito niente ma non mi da più fastidio, ci vuole intelligenza per arrivarci!

  36. Franco intendevo il think different di apple naturalmente, solo sbandierato come propaganda, non l’idea in se del think different.

    Segnalo a tutti i primi commenti sulla biografia uscita da pochi giorni.
    http://www.ilpost.it/2011/10/25/il-disumano-steve-jobs/

    “Il libro è infatti una insistente descrizione dei ripetuti egoismi, infantilismi, arroganze, insensibilità di Jobs, alternata a una celebrazione della grandezza straordinaria delle sue intuizioni…”
    “Le molte testimonianze raccolte da Isaacson hanno un tratto comune: praticamente tutte raccontano cose umanamente orribili di Jobs e dei suoi atteggiamenti con gli altri, anche con le persone più care e leali.”

  37. Probabilmente, al di là degli aspetti scientifici e delle questioni tecnico/giudiriche legate al codice sorgente, è sufficiente la diversità di toni tra Lorenzo e i troll di Apple per far capire da quale parte pende la bilancia.

    Soltanto una parola per Luca Celeste, che a proposito di morti suicidi sproloquia di statistica ignorando persino la differenza tra Distribuzioni di Frequenza Relative e Assolute: Ti auguro di non arrivare mai a capire cos’hai scritto, Luca. Provo vergogna io per te.

  38. Ciao a tutti,

    torno su questo post che ho avuto modo di leggere solo ora perché riguarda un argomento da me molto sentito negli ultimi tempi.

    Ho letto qualche tempo fa un libro su Steve Jobs (dal titolo “Steve Jobs. L’uomo che ha inventato il futuro”), in cui il personaggio viene raccontato da Jay Elliot, uno dei suoi più stretti collaboratori sin dai tempi del Macintosh.

    Traspare da questo libro un’ammirazione profonda da parte di Elliot nei confronti di Jobs; ciò nonostante, leggendo le sue parole con la dovuta dose di spirito critico, l’immagine che ne esce è invero piuttosto negativa. Elliot dipinge Jobs come una persona estremamente testarda, così convinto delle sue idee da perseguirle con un accanimento ai limiti della patologia, rifiutando del tutto di metterle in discussione con chicchessia, e ossessionato dai dettagli fino a rasentare la maniacalità.

    Jobs aveva sicuramente alcune grandi capacità: era bravissimo a capire e a motivare le persone e aveva delle grandi doti di intuizione e di persuasione. Elliot racconta di come fosse in grado di motivare i suoi collaboratori spingendoli ad affrontare sfide e ritmi di lavoro ai limiti dell’impossibilità; egli cita come esempio quello del gruppo di lavoro del Macintosh, il quale lavorò per mesi e mesi al ritmo di 90 ore a settimana per poter uscire sul mercato nei tempi e nei modi imposti da Jobs. Signori, 90 ore a settimana sono la bellezza di 13 ore al giorno, inclusi sabato e domenica, ritmi da schiavitù che neanche agli albori della rivoluzione industriale erano proponibili! E sapete come li ripagò? Con una maglietta che recava la seguente iscrizione: “90 hrs/wk and lovin’ it” (“90 ore a settimana e felici di farlo”) e con l’iscrizione dei componenti del progetto all’interno del case dei primi Mac! Una pacca sulla spalla e l’appartenenza ad un gruppo… geniale e diabolico allo stesso tempo!

    Quanto scritto sopra mi porta a dire che Jobs fosse un gran persuasore, uno che era in grado di rendere schiavi i suoi sottoposti, riuscendo nel contempo a convincerli di essere un’elitè di privilegiati. Sempre appigliandomi allo spirito critico di cui sopra e rasentando il delitto di lesa maestà (o ancor peggio di blasfemia) oserei porre una domanda. Ma che differenza c’è tra questo e quello che fanno certi pseudo-santoni, fondatori di sette i cui adepti vengono sfruttati e/o depredati e sono felici di esserlo? Mah! Io sinceramente questa differenza non l’ho trovata e anzi, a voler essere del tutto sincero, le immagini delle veglie collettive in occasione della sua prematura scomparsa mi danno l’idea che per i suoi seguaci egli fosse una specie di santone.

    Un altro episodio che mi ha fatto riflettere molto sul personaggio è quello in cui Elliot racconta di come Jobs si fosse assolutamente intestardito sul fatto che una delle sue macchine (il Liza se non vado errato) dovesse avere un hard disk interamente progettato e costruito da Apple. Elliot ed altri collaboratori cercarono invano di convincerlo che questa fosse una scelta tecnologicamente ed economicamente sbagliata, ma non ci fu verso. Fu così che loro decisero di accontentare Jobs, avviando però di nascosto dal gran capo dei contatti con dei fornitori esterni, in modo da avere una soluzione di backup qualora le cose non fossero andate per il verso giusto (cosa che puntualmente accadde). Beh! Lascio a voi le conclusioni su questo episodio, però vorrei limitarmi a ricordare che la saggezza popolare sostiene che solo i pazzi vanno sempre assecondati. Traete le vostre conclusioni.

    Tornando al libro, Elliot descrive Jobs come una persona che avesse quale unico scopo del suo lavoro la perfezione e la centralità del prodotto, a tal punto da nominare alcuni suoi collaboratori come “evangelizzatori del prodotto” (provate a cercare Guy Kawasaki su Google, vedrete che vi comparirà la sua Home Page in cui si legge: “Former chief evangelist of Apple”). Evangelizzatori??? Per degli oggetti di elettronica di consumo??? Mi viene da pensare che forse lo stesso Jobs pensava che la sua fosse una religione! Elliot sostiene anche che Jobs pretendesse che i suoi oggetti “fossero in grado di suscitare attaccamento emotivo nell’utente” (le ho virgolettate perché sono parole di Elliot). In sintesi Jobs non era interessato all’uso che si sarebbe fatto dei suoi oggetti, ma solo al fatto che l’esperienza d’uso (che è cosa ben diversa) fosse piacevole e appagante per l’utente.

    E Jobs tutto questo lo ha saputo fare benissimo. Se parlate con un possessore di questi aggeggi, sarà lui il primo ad ammettere di non essere più in grado di farne a meno. È stato Jobs a spostare il focus dall’uso all’esperienza d’uso, dalla sostanza all’apparenza, dall’utilità al puro piacere! È stato geniale, ha creato una nuova droga ed una nuova forma di dipendenza, alla stessa stregua di un santone ha convinto la massa di avere una nuova libertà pur avendoli in realtà resi schiavi, totalmente vincolati alle scelte di Apple, senza nessuna possibilità di decidere nulla. Li ha dotati di un qualcosa di cui non possono più fare a meno, così come un fumatore non può fare a meno delle sigarette, un tossicodipendente della droga e un giocatore incallito dell’azzardo. E se oggi consideriamo solo le ultime tre come forme patologiche di dipendenza è semplicemente per un fatto culturale, ancora non ce ne siamo resi conto. Ma già oggi iniziamo a vedere che gli italiani passano 4 ore del loro tempo libero con lo smartphone in mano (http://canali.kataweb.it/kataweb-consumi/2012/05/18/boom-dei-cellulari-gli-italiani-passano-il-25-del-loro-tempo-al-telefonino/); tolte le 8 ore di sonno e le 8 ore di lavoro, delle restanti 8 metà le passiamo giocherellando con questi oggetti.

    C’è chi profetizza che le app saranno la fine della libertà in Rete, questo non lo so, potrebbe anche essere vero visto che quello che potete fare non è più libero ma diventa incanalato in un binario rigido. Di sicuro la tecnologia creata da Jobs rappresenta una nuova droga. Oramai si fa tutto con uno smartphone in mano, si va in palestra, si legge un libro, si guarda un film, si va al gabinetto, e chi più ne ha più ne metta! Chi lo possiede non se ne separa mai! E come dargli torto, oramai c’è un’app per tutto (“I have an app for that”), per misurare la pressione, per consentire ad una neomamma di monitorare i parametri vitali del feto, per salvare gli anziani dalle cadute (???); state sicuri che qualcuno prima o poi inventerà un’app che, attraverso apposito sensore opportunamente posizionato sul corpo, sarà in grado di dare un voto alle vostre performance sessuali e stilare una classifica delle top ten per poi confrontarle con quelle dei vostri amici. La tecnologia già c’è, si tratta solo di aspettare qualcuno sufficientemente iDiota da proporla.

    Concludo questa lunga digressione con una considerazione. Steve Jobs è stato certamente un personaggio geniale, uno che con le sue intuizioni ha saputo salvare un’azienda in fallimento dalla bancarotta, portando il suo marchio ad essere il primo nel mondo; uno che ha saputo persuadere la gente di avere dei bisogni che in realtà non avevano, che ha venduto loro un oggetto di elettronica di consumo spacciandolo per un sogno, che li ha convinti di avere una libertà infinita quando in realtà sono incatenati, felici di appartenere ad un’elitè pur facendo parte di una massa, convinti di poter migliorare il mondo quando forse lo stanno solo rovinando.

    Signori, questo è stato Steve Jobs! Nulla di più! So che molti leggendo queste righe si potrebbero sentire offesi o irritati da queste mie considerazioni, ma se vorrete dedicare a questi pensieri un numero di neuroni superiore a quello normalmente usato per muovere il dito sullo smartphone, forse non li troverete completamente campati per aria. Risvegliate il vostro spirito critico, lo so che questo richiede uno sforzo sicuramente superiore a quello normalmente necessario ad effettuare uno “slide to unlock” sul touchscreen, ma vi assicuro che ne vale la pena. Chiudo citando alcune parole di Evgeny Morozov: “Rendere la tecnologia facile, invisibile, funzionante è stata un’idea fantastica per la gente, ma siamo sicuri che sia stata una cosa buona? Forse sarebbe stato meglio spingere a capirne di più, di tecnologia”. La conoscenza che significa libertà è quella che ci fa capire cosa ci accade realmente intorno, non quella che ci illude di avere il controllo di ciò che ci circonda semplicemente perché siamo in grado di prenotare i biglietti del cinema o di fare un bonifico mentre siamo fermi al semaforo rosso o in fila alla cassa del supermercato.

  39. Salve a tutti,
    dispiace anche a me postare un commento su un articolo abbastanza vecchio, però l’ho trovato molto interessante, come tra l’altro questo blog.
    Finalmente ho trovato qualcuno in grado di concretizzare e mettere nero su bianco tutti quei pensieri e quelle parole che mi giravano in testa nel periodo in cui morì Steve Jobs. Vedere a destra e sinistra gente che idolatrava una persona che non conosceva solo perché gli aveva venduto il telefono è stato veramente frustrante. Capire che sei circondato da pecore è frustrante. E vi giuro che mi fa incazzare notare che non esiste quasi più un punto di vista individuale…
    Condivido appieno anche il pensiero di mamelik negli ultimi 2 paragrafi.

    Un saluto a tutti

    Andrea

  40. Ciao Andrea,

    purtroppo siamo in pochi a pensarla così…. una delle cose che più mi stupisce è vedere come un personaggio che nell’immaginario collettivo viene dipinto come una persona fuori dagli schemi e anticonformista abbia in realtà creato uno dei più grandi fenomeni di omologazione di massa degli ultimi anni. Il famoso “Think Different”, celebre slogan di qualche anno fa, mi sembra quanto di più distante ci sia da ciò che il brand effettivamente rappresenta, omologazione allo stato puro. Potenza della pubblicità!!!!

    A proposito, ieri ho letto su Focus che esiste un’applicazione per iPhone tramite la quale, inserendo il nome del luogo in cui dovete andare, vi dice cosa dovete mettere in valigia…..della serie, stiamo lavorando per fare in modo che lo possiate spegnere del tutto ‘sto cervello!

    Meditate gente, meditate!!!!

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