Innovazione e profitto

Sempre più persone, spesso poco tecnici, quando entriamo in argomenti come economia, multinazionali, licenze, software, open standard e ovviamente Apple/Microsoft/Nokia/Software libero, fanno saltare fuori la classica frase “ma allora l’azienda come ci guadagna?”

Abbiamo perso la bussola, la singola azienda non è affare nostro, ora in questo momento storico non abbiamo bisogno di pensare a come si possa far azienda e profitti, quel tempo probabilmente è passato.

Ora abbiamo bisogno di pensare all’innovazione quella vera, innovazione da cui noi tutti possiamo trarre beneficio, quella votata al bene comune, non alle casse di una multinazionale. L’unica innovazione in questo senso è quella aperta, quella libera, quella usufruibile da tutti e quella interoperabile.

L’azienda deve essere un’entità che lotta per vivere in un ecosistema condizionato da una (buona) classe dirigente e da noi consumatori informati. Un ecosistema che costringa le azienda a innovare e rinnovarsi in continuazione per passare una specie di selezione naturale dove le regole non sono scritte dalla finanza o da governi poco lungimiranti, in una parola che non siano scritte dal profitto, ma dall’innovazione e dal bene della società.

Un’azienda quindi che mi propone un software per comunicare a costo di farlo solo con quel software, solo con persone che usano quel software, solo con i loro server, solo nei dispositivi dove gira quel software ecc… dovrebbe morire in pochi giorni, non avere un successo mondiale.

Un’azienda quindi che spende soldi e tempo in brevetti per colpire il rivale e affermare il proprio monopolio, invece di investirli in ricerca, dovrebbe essere coperta dallo sdegno dell’opinione pubblica, non avere un successo mondiale.

Un’azienda quindi che fa battaglia per poter allungare i termini dei brevetti farmaceutici, o che ne modifica il principio attivo quanto basta per poter rinnovare il brevetto, perchè non vuole che io possa avere a disposizione il farmaco generico (equivalente), dovrebbe non poter sopravvivere nell’ecosistema creato.

Tocca a noi consumatori e ai nostri politici creare un ecosistema del genere e ammettere che ne abbiamo bisogno è un primo passo.

Come dicevo, spesso mi ritrovo a fare questo discorso e ho provato a metterlo per iscritto in occasione di questa lettura (Secondo Peter Wilby: l’innovazione rallenta a favore della rendita) che consiglio e dell’articolo in inglese relativo.

2 risposte a “Innovazione e profitto”

  1. Parole sante! Le sposo appieno!

    L’innovazione è a beneficio di tutti, il profitto di pochi…. creare e commercializzare un set di prodotti creando un ecosistema chiuso è un’evidente tentativo di limitare le possibilità della clientela e forzarla ad entrare in un mondo senza uscita, una prigione dorata!

    Giusto per chiarire con un esempio, qualcuno mi sa spiegare perché non c’è un’interfaccia USB o SD sull’iPad? E se volessi usarlo per delle foto scattate con una macchinetta fotografica digitale? Beh, è vero che le foto le posso scattare anche con l’iPhone, ma magari potrei volerle fare usando un dispositivo appositamente progettato, disegnato ed ottimizzato solo e soltanto per fare delle foto (che pretese, eh?). Oppure in alternativa possiamo rassegnarci ad aspettare che producano anche una macchina fotografica (ooops, non vorrei aver lanciato un’idea!), così potremmo tranquillamente trasferirle senza fatica tramite iCloud (certo saremo costretti a passarle su una server farm a Palo Alto o chissà dove, ma vuoi mettere la semplicità rispetto a quella di inserire uno spinotto?)

    Intendiamoci, è anche logico che un’azienda persegua il proprio interesse con mezzi di questo genere, ma sta a noi clienti capire che dietro queste scelte si cela un evidente scopo di lucro, un tentativo di sequestro a scopo di estorsione, e non la volontà di migliorare il mondo! E questo signori lo dobbiamo capire attraverso il nostro spirito critico, senza farci abbagliare dalla genialità del marketing di un personaggio che nell’iconografia ortodossa ci viene presentato come benefattore dell’umanità!

    Avete fatto caso al fatto che la famosa azienda della meluccia morsicata ha sempre avuto un “nemico” con cui combattere? Negli anni ’80 era IBM (ve li ricordate quei ridicoli filmati in cui SJ interpretava uno dei personaggi del film Ghostbuster?), poi nei ’90 fu il turno di Microsoft, e ai giorni nostri sono Google e Samsung! Creati un nemico e aizza il tuo popolo contro di lui… è una tecnica tipica di tutti i regimi totalitari o in cui c’è comunque una limitazione della libertà (l’America, l’Occidente, il Capitalismo, il Comunismo, il terrorismo, ecc.). E questo con l’innovazione e con la libertà che essa porta c’entra poco o nulla!

    Meditate gente, meditate!

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